Giuseppe Mengoni, nato a Fontanelice, in Emilia-Romagna, nel 1829, è noto principalmente per aver progettato e costruito la Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Tuttavia, la sua carriera ha attraversato molte altre importanti realizzazioni, e la sua vita è stata piena di sfide, curiosità e, purtroppo, un finale tragico.
Prima di lavorare alla Galleria Vittorio Emanuele II, Mengoni aveva già acquisito una certa reputazione come architetto. Si era laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna e, dopo aver vinto un concorso per una borsa di studio, aveva avuto l’opportunità di viaggiare e studiare le architetture di Francia, Germania e Inghilterra. Questa esperienza all’estero avrebbe avuto un impatto significativo sul suo lavoro successivo.
Tornato in Italia, Mengoni si fece strada progettando edifici pubblici e privati. Tra le sue opere più note prima della Galleria Vittorio Emanuele II, ci sono il Palazzo del Comune di Goito e il progetto di restauro del Palazzo Bevilacqua a Bologna, quest’ultimo particolarmente apprezzato per l’armonia con cui Mengoni riuscì a integrare elementi moderni in un contesto storico.
Il suo talento fu riconosciuto e, nel 1861, gli fu commissionata la progettazione di un importante mercato coperto a Firenze, il Mercato Centrale. Questa struttura, ancora oggi un punto di riferimento nel centro di Firenze, è un primo esempio dell’interesse di Mengoni per le strutture in ferro e vetro, una tecnologia allora all’avanguardia.
L’incarico per la Galleria Vittorio Emanuele II gli arrivò nel 1863, quando vinse un concorso indetto dalla città di Milano per la progettazione di una galleria che collegasse Piazza Duomo a Piazza della Scala. Mengoni propose un disegno audace e innovativo che colpì la giuria e gli garantì l’incarico.
Una curiosità riguarda il progetto stesso della Galleria: Mengoni non previde un onorario per sé stesso nel preventivo di spesa presentato per la costruzione della Galleria. Questo è stato interpretato in due modi: o come un gesto di estrema generosità e dedizione al progetto, o come una strategia astuta per rendere il suo progetto più attraente per la giuria, dato che avrebbe ridotto i costi totali.
Tuttavia, la vita di Mengoni ebbe un finale tragico. Morì il 30 dicembre 1877, pochi giorni prima dell’inaugurazione ufficiale della Galleria. La causa della sua morte? Una caduta dal ponteggio della Galleria che stava ispezionando. La notizia della sua morte fu un duro colpo per Milano, ma il suo lavoro continua a vivere, accogliendo visitatori da tutto il mondo nel “salotto di Milano”, la Galleria Vittorio Emanuele II.
In conclusione, Giuseppe Mengoni fu un uomo di grande talento e visione, la cui carriera fu segnata da successi ma anche da difficoltà. Le sue opere, in particolare la Galleria Vittorio Emanuele II, rimangono a testimonianza del suo genio e della sua capacità di innovare nell’architettura del suo tempo.