La volta della Galleria: di cosa è fatta e come è stata costruita

La Galleria Vittorio Emanuele II è una meraviglia architettonica costruita secondo i principi dell’architettura del ferro e del vetro, molto in voga nella seconda metà del XIX secolo.

La copertura della Galleria è particolarmente affascinante. Questa volta, o arcata, è composta da quattro bracci che si intersecano formando un ottagono al centro. Il soffitto è una struttura di ferro e vetro che consente un’illuminazione naturale all’interno dell’edificio, un tipico esempio di architettura del ferro, una tecnologia allora rivoluzionaria.

La volta raggiunge un’altezza di circa 47 metri al suo apice, l’ottagono centrale, creando un ambiente spazioso e arioso. Il ferro è stato utilizzato per la sua forza e la sua capacità di supportare grandi pesi, mentre il vetro permette una grande quantità di luce naturale.

Oltre alla struttura principale, la volta è arricchita da dettagli architettonici e artistici. Le superfici di ferro sono state dipinte per assomigliare al legno e all’oro, mentre i pannelli di vetro sono stati decorati con motivi floreali e ornamenti.

Ecco alcuni link per ulteriori approfondimenti sulla costruzione e le caratteristiche della volta della Galleria Vittorio Emanuele II:

  1. Fondazione Portaluppi: Galleria Vittorio Emanuele II
  2. I luoghi della scienza: Galleria Vittorio Emanuele II
  3. Galleria Vittorio Emanuele II: Architettura e Struttura
  4. Treccani: Galleria Vittorio Emanuele II
  5. La Galleria Vittorio Emanuele II: Storia e Architettura

Si prega di notare che tutti questi siti sono in italiano, poiché la maggior parte delle risorse tecniche e storiche sulla Galleria Vittorio Emanuele II sono scritte in questa lingua.

La scelta di utilizzare ferro e vetro per la costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II è da attribuire all’architetto Giuseppe Mengoni, che ha progettato la struttura. Queste decisioni sono state prese in risposta alle esigenze dell’epoca e all’evoluzione dell’architettura e dell’ingegneria civile.

Nella metà del XIX secolo, l’industrializzazione stava avanzando rapidamente e la tecnologia della costruzione in ferro stava diventando sempre più sofisticata. Il ferro, per la sua resistenza e capacità di sostenere pesi considerevoli, permetteva di costruire strutture di dimensioni precedentemente impensabili. Inoltre, la sua modellabilità consentiva la creazione di forme architettoniche intricate, come le volte elaborate della Galleria.

Il vetro, d’altra parte, era stato perfezionato fino a diventare un materiale trasparente, resistente e relativamente economico. Questo ha reso possibile l’illuminazione naturale degli interni su larga scala, creando spazi aperti e luminosi. La combinazione di ferro e vetro ha permesso a Mengoni di creare una struttura che fosse sia funzionale che esteticamente piacevole.

Mengoni si è ispirato a numerose fonti nel progettare la Galleria. L’idea di una galleria commerciale coperta non era nuova; esempi simili esistevano già in altre città europee, come la Galleria di Cristallo a Madrid e le Passages Couverts a Parigi. Tuttavia, Mengoni ha portato l’idea a un nuovo livello con la Galleria Vittorio Emanuele II, creando una struttura di dimensioni e magnificenza senza precedenti.

Nella sua progettazione della volta, Mengoni potrebbe essersi ispirato alla tradizione architettonica delle grandi cattedrali gotiche, con i loro alti soffitti a volta e la loro enfasi sulla luce. Allo stesso tempo, la sua scelta dei materiali e l’uso innovativo della tecnologia riflettono l’entusiasmo del XIX secolo per il progresso industriale e scientifico.

È importante notare che, sebbene Mengoni abbia avuto un ruolo chiave nella progettazione della Galleria, non avrebbe potuto realizzare la sua visione senza il contributo di numerosi ingegneri, artigiani e operai che hanno collaborato alla costruzione della struttura. Ognuno di loro ha avuto un ruolo nella realizzazione di questo capolavoro architettonico.

 

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